Protesi mammarie: quali sono le tipologie

Protesi mammarie: quali sono le tipologie

Protesi mammarie

Quando si decide di eseguire un intervento di chirurgia estetica, la prima cosa da prendere in considerazione è la dimensione delle protesi e, in seguito, la tipologia.
Le protesi mammarie che si utilizzano durante gli interventi possono avere diversi volumi e proiezioni. La scelta, dunque, dev’essere ben studiata affinché il risultato sia più naturale possibile.

Le cause del seno cadente possono essere varie, come il dimagrimento, l’invecchiamento dei tessuti che porta inevitabilmente alla perdita di elasticità, la gravidanza e l’allattamento.

Non vi è una protesi universalmente giusta, ogni caso va preso singolarmente tenendo presente la fisicità della paziente e le abitudini.
Le protesi di ultima generazione contengono un gel “coesivo”, che rappresenta un elemento di maggiore sicurezza. In caso di rottura del guscio della protesi, infatti, il gel non si espande all’esterno.

Nonostante oggi le protesi siano di grande qualità e garantiscano il massimo del risultato, è consigliabile sottoporsi a regolari controlli dal medico per verificare la tenuta e lo stato delle protesi negli anni, per prendere in considerazione una eventuale sostituzione delle stesse.

Protesi a goccia

Se si cerca un risultato più naturale, la protesi a goccia è l’ideale. Quella a goccia, o detta anche anatomica, ha il punto di massima proiezione nella sezione inferiore. Viene chiamata così proprio per la forma simile ad una goccia posta su una superficie verticale, la cui massa si concentra nella parte bassa a causa della gravità.
Il risultato sarà un aumento di volume principalmente sui quadranti mammari inferiori.

La protesi anatomica nasce per quelle situazioni in cui la protesi rotonda non può dare risultati ottimali: si può optare per questa, in caso di protesi sottoghiandolari, mammelle iposviluppate con una base piccola o pazienti con sottocute sottili.

Protesi rotonde

Questo tipo di protesi permette di avere il cosiddetto “effetto push-up” ricercato da molte donne.
Sono state le prime ad essere introdotte in commercio e sono disponibili in un’ampia gamma di misure, per adattarle perfettamente alle esigenze di ogni paziente.
Queste protesi rendono il seno più voluminoso e pieno avendo il punto di massima proiezione proprio al centro della sfera. Il risultato sarà, quindi, un aumento e un volume uniforme su tutti i quadranti mammari.

La protesi rotonda, quando sottoposta alla forza di gravità, assume una forma molto più naturale. Quando viene posizionata in una tasca sottomuscolare, evita inestetismi dovuti all’eventuale rotazione della protesi nel tempo.

Protesi mammarie migliori: quali scegliere

Quando si opta per un intervento di mastoplastica additiva, la scelta delle protesi è un aspetto di fondamentale importanza.
Oltre a scegliere quelle adatte per la propria conformazione fisica, è importante verificare alcuni aspetti fondamentali:

  • Grado di coesione del gel.
  • Resistenza all’usura.
  • Analisi sulla composizione chimica delle protesi.
  • Resistenza alla compressione, allungamento e deformazione.

Essendoci varie tipologie in commercio, sarà il chirurgo (in base alla fisicità della paziente e ai risultati desiderati) a scegliere quella migliore affinché il risultato sia ottimale e più naturale possibile.

Ogni operazione, avrà un risultato differente in base alla scelta dei fattori precedentemente elencati.
Una delle principali preoccupazioni di una paziente, è il tipo di protesi da scegliere, in primis il volume: per la grandezza delle protesi non esiste una taglia, ma solo il desiderio di ottenere un risultato in armonia con il corpo. Per decidere il volume delle protesi da utilizzare, si collocano all’interno un reggiseno senza push-up, fino ad ottenere un risultato visivamente migliore.
Il chirurgo valuta, inoltre, insieme alla paziente le caratteristiche anatomiche del seno: tessuto cutaneo, ghiandola e tessuto adiposo.

È sempre consigliabile scegliere protesi in silicone perché si consumano più lentamente, rispetto a quelle ripiene di soluzione salina, ed è molto più difficile che si rompano, tant’è che non sarà necessario cambiarle prima di 8-10 anni, senza escludere però almeno una visita annuale per verificare che siano in buono stato. Altro plus di quelle in silicone è la consistenza: sono molto più naturali anche al tatto.

Oggi, dopo anni di ricerche sulle donne, si è arrivati alla conclusione che la mastoplastica additiva è un intervento del tutto innocuo, non alterando né l’integrità mammaria né le possibilità di allattamento in caso di futura gravidanza.

Tuttavia, resta in ogni caso un’operazione chirurgica, ed è consigliabile quindi rivolgersi ad un esperto del settore come Adriano Santorelli specialista in chirurgia estetica dal 2011 che si avvale delle tecniche più avanzate e moderne.

 

div#stuning-header .dfd-stuning-header-bg-container {background-color: #000000;background-size: initial;background-position: top center;background-attachment: initial;background-repeat: initial;}#stuning-header div.page-title-inner {min-height: 180px;}
Message Us on WhatsApp