La palpebra cadente o ptosi palpebrale consiste in un abbassamento parziale o totale delle palpebre superiori o inferiori.
Con il tempo ed il procedere dei processi di invecchiamento la linea dello sguardo si modifica poiché si modificano i rapporti di tensione della struttura muscolare orbitale delle nostre palpebre.
Le palpebre quindi, vanno incontro ad un naturale cedimento, causato dalla perdita di collagene ed elastina e dall’azione incessante della forza di gravità.
Le palpebre, cedendo e prolassando, fanno apparire lo sguardo vecchio, stanco e decisamente poco attraente determinando oltre al danno estetico, sofferenze psicologiche.
Questo fenomeno è definito ptosi palpebrale o più comunemente palpebra cadenti.
Cos’è la palpebra cadente e cosa la provoca
La palpebra cadente può essere determinata da varie cause.
In primo luogo dall’invecchiamento, ma una delle cause più comuni è rappresentata dallo sviluppo inadeguato del muscolo elevatore che è responsabile del sollevamento della palpebra superiore.
Se il problema non è congenito le cause possono essere legate anche a traumi o a disturbi di tipo neurologico, oppure alla presenza di tumori.
La ptosi palpebrale può essere appena percepibile o coprire la pupilla, l’iride e altre parti dell’occhio e in alcuni casi può anche impedire la visione.
Per fare una diagnosi sono utili:
- Esame del campo visivo. Serve per determinare la gravità della patologia e quindi per differenziare un problema puramente estetico da un deficit funzionale rilevante che corrisponde ad una limitazione del campo visivo maggiore del 40%
- Visita ortottica
La ptosi della palpebra può essere definita:
in base alla sede:
- Monolaterale se interessa un solo occhio
- Bilaterale se interessa entrambi gli occhi
In base alla gravità:
- Lieve se inferiore a 2 mm
- Moderata dai 2 ai 4 mm
- Severa se supera i 4 mm
In base all’età di insorgenza in:
- Congenita, ossia presente sin dalla nascita
- Acquisita, con comparsa durante il corso della vita.
La ptosi può essere appena percepibile o coprire la pupilla, l’iride e altre parti dell’occhio e in alcuni casi può anche impedire la visione.
Molti fattori o malattie possono aumentare il rischio di ptosi palpebrale:
- Predisposizione genetica
- Diabete
- Sindrome di Horner
- Miastenia grave
- Traumi alla nascita
- Tumori al cervello
- Ictus
- Traumi alla testa
- Paralisi di Bell
- Distrofia muscolare
Esiste infine, come abbiamo già detto, una ptosi senile per la fisiologica involuzione del muscolo elevatore della palpebra a causa dell’enoftalmo, ossia un arretramento del bulbo oculare con contestuale abbassamento della palpebra superiore.
Altri sintomi comprendono:
- Difficoltà nell’aprire o chiudere gli occhi
- Lieve cedimento o grave lassità della pelle sopra o intorno alla palpebra
- Stanchezza e dolori intorno agli occhi
- Cambiamento dell’aspetto del viso
In base alla gravità della ptosi il paziente può avere:
- Difficoltà ad aprire l’occhio
- Limitazione del campo visivo
- Torcicollo per l’assunzione di posizioni anomale
- Mal di testa dovuto all’aggrottamento della fronte
- Stanchezza e dolore nella zona intorno all’occhio
- Calo dell’umore per difficoltà ad accettare l’alterazione del proprio stato fisico
Quindi quali sono i rimedi per la palpebra cadente? L’unica soluzione permanente per correggere questo inestetismo è rappresentata dall’intervento chirurgico.
Blefaroplastica come soluzione efficace
La blefaroplastica è un intervento chirurgico mini invasivo che permette di migliorare l’estetica delle palpebre, sia inferiori che superiori eliminando la cute in eccesso. Questo intervento consiste nel rimodellare l’aspetto delle palpebre, ringiovanendole.
L’intervento può essere eseguito sia sulle palpebre inferiori che superiori oppure interessarle entrambe.
– Per la blefaroplastica sulla palpebra inferiore si incide sotto le ciglia
– Per la blefaroplastica superiore si incide a livello della piega presente sulla palpebra superiore che rimane nascosta quando l’occhio è aperto.
In entrambi i casi l’incisione è molto poco visibile.
L’intervento va eseguito da un chirurgo plastico ed ha lo scopo di migliorare la funzionalità della palpebra abbassata a seconda del tipo di ptosi e del residuo grado di funzionalità del muscolo elevatore della palpebra.
Come si esegue l’intervento
L’intervento di blefaroplastica riattacca e rinforza i muscoli elevatori, sollevando la palpebra. Ciò permette sia di migliorare la visione, sia di migliorare decisamente l’aspetto estetico.
Se il chirurgo durante l’intervento rileverà che i muscoli elevatori sono troppo deboli, dovrà collegare la palpebra al tessuto sotto il sopracciglio, consentendo così ai muscoli della fronte di poterla sollevare.
Subito dopo l’intervento il paziente potrebbe avere qualche difficoltà a chiudere l’occhio, ma questo effetto è fortunatamente temporaneo.
Per circa due o tre settimane possono persistere lividi e gonfiore. Spesso si prescrivono colliri lubrificanti, antibiotici e antidolorifici e generalmente la guarigione completa si raggiunge dopo circa sei settimane dall’intervento.
L’intervento chirurgico ha una durata che va dai 20 minuti alle 2 ore a seconda delle difficoltà. Ovviamente una blefaroplastica che coinvolga sia le palpebre superiori che inferiori è più lunga.
Le dimissioni del paziente, se riceve la sola anestesia locale, avvengono in giornata.
Si consiglia anche di non sforzare la vista e di non esporsi al sole se non con occhiali scuri o una forte protezione.