La mastopessi è un intervento di chirurgia plastica ricostruttiva per correggere la ptosi mammaria, ossia il cosiddetto seno cadente. La ptosi mammaria non presenta sintomi e non è pericolosa ma comporta un forte disagio estetico. È un intervento complesso per cui si suggerisce solo quando la situazione è davvero grave.
Essendo un intervento impegnativo richiede una preparazione specifica che parte da un accurato controllo preoperatorio da parte del chirurgo estetico che:
– analizza le caratteristiche del seno e prescrive una mammografia;
– valuta l’entità della ptosi e decide se ci sono le condizioni per una mastopessi
– illustra alla paziente la tecnica dell’intervento ed eventuali complicanze.
Ovviamente si sottopone la paziente anche ad una serie di esami clinici come esami del sangue, elettrocardiogramma, pressione sanguigna, per valutare che non ci siano controindicazioni all’ intervento.
La paziente subisce un’anestesia generale motivo per il quale deve presentarsi a digiuno il giorno dell’intervento.
Esistono varie tecniche chirurgiche per un intervento di mastopessi si può praticare:
– un’incisione periareolare verticale e orizzontale;
– oppure periareolare e verticale;
– oppure periareolare;
L’intervento dura dalle due alle tre ore a seconda del tipo di tecnica usata.
La fase post operatoria prevede qualche giorno di ricovero in cui la paziente viene continuamente monitorata.
Al risveglio può provare le normali conseguenze di un’anestesia totale e avvertire un po’ di dolore quando la stessa termina il suo effetto.
Dopo l’intervento la paziente deve indossare un reggiseno adeguato ed un bendaggio per circa un mese. I punti vengono tolti dopo circa tre settimane. Successivamente non devono essere usati reggiseni col ferretto ed evitare di fare sforzi fisici pesanti.
Mastopessi e mastoplastica additiva: differenze
Purtroppo nelle persone c’è ancora molta difficoltà a comprendere la differenza tra i due interventi. Va ricordato che la mastoplastica additiva si realizza quando andiamo ad aggiungere volume attraverso l’utilizzo di protesi in donne che hanno un seno piccolo. La Mastopessi è invece un lifting del seno indicato per quelle donne che, indipendentemente dal volume, hanno un seno cadente. La decisione di intervenire con un intervento di mastopessi non è legato ad una percezione soggettiva della paziente ma è valutato oggettivamente con delle misurazioni che ci permettono di vedere il seno scivolare dalla gabbia toracica, a volte addirittura fino all’addome.
Può dipendere da mammelle molto voluminose che sono scese verso il basso o che si sono svuotate, quindi il lifting può essere applicato ad un seno che tenda verso il basso sia svuotato che pieno.
Perché un seno scende verso il basso?
– Se una donna aveva un seno grande ed è dimagrita, la pelle in eccesso tenderà a portare il seno verso il basso
– Alcune donne anatomicamente hanno il seno con i capezzoli che guardano verso il basso
– Il seno appare molto svuotato dopo un lungo allattamento
– Donne che hanno tessuti molto lassi con pelle poco elastica
Quindi ci sono donne giovani già con un seno cadente e donne più grandi d’età che non hanno questo problema per un’anatomia più favorevole.
Quando una donna chiede una mastopessi dobbiamo valutare il volume, la qualità dei tessuti e le sue qualità anatomiche.
Se mettiamo delle protesi molto abbondanti, inevitabilmente nel tempo il seno tenderà a scendere verso il basso, motivo per cui possiamo inserire protesi particolari al poliuretano che rimangono più attaccate alla parete toracica e tendono a scendere di meno. Oppure possiamo usare delle protesi ultra leggere come le b-lite che ovviamente tendono a scendere meno. Oppure delle”mesh” , ossia delle reti che vanno inserite come un reggiseno e mantengono il seno verso l’alto.
Insomma abbiamo tantissime opzioni che vanno discusse accuratamente con la paziente, anche per far comprendere che una quarta misura è incompatibile con una mastopessi e il risultato potrebbe durare solo pochi mesi, perché poi il seno tenderebbe nuovamente a scendere per la forza di gravità.
Paziente e medico quindi prima di effettuare un intervento di mastopessi dovranno confrontarsi e decidere la miglior soluzione possibile, sia per la tecnica che per la scelta della protesi.
Mastopessi: costi e tempi di recupero
I costi di una mastopessi sono relativi ad una valutazione personalizzata, che prenda in esame le esigenze della paziente e la tipologia di intervento ideale, conciliando il più possibile le aspettative della paziente con le tecniche di chirurgia plastica a disposizione.
Sul costo della mastopessi intervengono :
– le tecniche impiegate;
– l’eventuale impiego di protesi;
– il tipo di anestesia;
– la durata della degenza presso la clinica per il post operatorio.
Generalmente il costo di un intervento può variare dai 6.000 agli 8.000 euro.
Tempi di recupero
Normalmente i chirurghi rimuovono le suture praticate nell’intervento dopo circa 10/14 giorni.
La paziente dovrà:
– Mantenere una buona igiene personale per non infettare le ferite;
– Stare a riposo almeno per due settimane dall’attività lavorativa ma se il lavoro è particolarmente pesante anche per un periodo più lungo;
– Astenersi per almeno un mese dal praticare attività sportive;
– Indossare per alcune settimane un reggiseno indicato dopo questo tipo di intervento.
I lividi e il gonfiore spariranno nell’arco di 30/45 giorni.