Durante la terza puntata di The plastic Surgery channel (Italia), in compagnia dei colleghi chirurghi plastici specializzati: dott.ssa. Barbara Cagli di Roma, dott. Pierfrancesco Cirillo il presidente di AICPE – Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica e il dott. Adriano Spano di Milano, abbiamo affrontato diversi argomenti, dal registro delle protesi mammarie alle nuove tecniche di medicina estetica e l’importanza di affidarsi a medici chirurghi specializzati ma vediamo insieme perché questo aspetto è così importante e cosa comporta affidarsi alle mani sbagliate.
Registro protesi mammarie: cos’è e a cosa serve
dott. Cirillo: è partita la fase pilota da parte del Ministero della salute per il Registro protesi mammarie, strumento grazie al quale sarà possibile monitorare le protesi impiantate nei pazienti, registrare i metodi di impianto e cosa è stato fatto durante l’intervento.
Se avessimo questo registro già da almeno 10 anni, potremmo essere in grado di affrontare diversamente problematiche come contrattura capsulare o linfoma anaplastico. È un mezzo per comprendere e monitorare il flusso delle protesi, dall’azienda alla paziente.
Questo porrà fine alla pratica della chirurgia plastica da parte di medici non specializzati?
dott. Spano: la speranza è quella. Ci sono colleghi che operano in strutture private, spesso ambulatoriali che non hanno mai preso in considerazione questo tipo di raccolta dati.
Sono all’ordine del giorno pazienti che arrivano con impianti di cui non conoscono provenienza e tipologia.
dott. Cirillo: L’AICPE ha lavorato con il ministero alla formazione del registro. Lo specialista in chirurgia plastica è abituato a creare una cartella clinica in cui includere queste informazioni. Se non viene fatto in automatico vuol dire che ci troviamo di fronte ad un medico non specializzato. Questi provvedimenti però, limiteranno nel tempo l’azione di chi non è specializzato.
Gluteoplastica, lipofiller e gluteofiller, quale scegliere?
dott. Santorelli: Un tipo di intervento che è sempre in aumento. Precedentemente in Europa non era molto diffuso anche se abbiamo importanti specialisti. In Brasile invece, ha avuto grande successo il lipofiller. L’Italia oggi è al primo posto per la vendita di filler per il gluteofiller.
dott. Spano: sono da sempre contrario all’impianto di protesi ai glutei, trovo preferibili soluzioni autologhe come lipofiller o alternative come il gluteofiller che danno ottimi risultati.
dott ssa Cagli: dal 2000 al 2015 è aumentata del 250% la richiesta di questo trattamento. È importante ricordare alle pazienti che, il lipofiller (conosciuto anche come brazilian butt lift) è a tutti gli effetti un intervento, con relative complicazioni e il più alto tasso di mortalità. È importante dire alle pazienti di rivolgersi a mani specializzate ed esperte.
dott. Cirillo: riguardo questi interventi il volume è un fattore da tener presente.
Ci sono colleghi sud americani che utilizzano volumi enormi di tessuto adiposo. La paziente chiede spesso volumi grandi, anche per il seno, sta allo specialista mediare per ottenere volumi moderati.
Questo tipo di intervento in Italia è sempre stato relegato agli ultimi posti della classifica. Oggi la tendenza, anche per le protesi mammarie è quella di aumentare i volumi di poco; qualunque sia lo strumento, protesi, grasso o filler, il fattore vincente sta nei piccoli aumenti del polo superiore.
dott. Santorelli: L’acido ialuronico macromolecolare sta soppiantando sempre più la chirurgia, così come in passato la tossina botulinica ha soppiantato, ad esempio, il lifting del sopracciglio. La tecnologia continua ad avanzare e quello dell’acido iarulonico è una corsa che avrà fortuna; l’impianto di grasso per quanto possa dare buoni risultati è comunque soggetto alle variazioni di peso della paziente. Per questo nel futuro sentiremo sempre più parlare di filler.
Lifting si o no?
dott ssa. Cagli: Questo tipo di trattamento è sempre più soppiantato da tossina botulinica e filler. È importante come sempre la misura, quindi utilizzare un corretto numero di fiale.
Nel momento in cui si ha la necessità di usare molte fiale potrebbe voler dire che si è sbagliata la pianificazione e che forse quel caso necessitava di un intervento chirurgico.
Finché si riesce a soddisfare la richiesta della paziente con la medicina estetica è bene non intervenire con la chirurgia. Non serve accanirsi con un numero esasperato di fiale, a quel punto è giusto intervenire chirurgicamente con un lifting.
Procedure ancillari: Radiofrequenza, ultrasuoni focalizzati, fili di trazione
dott. Cirillo: Sul numero di luglio dell’Aesthetic surgery journal un articolo titola: Why Should Young Aesthetic Plastic Surgeons Care About Aesthetic Medicine? (Perché i giovani chirurghi plastici estetici dovrebbero preoccuparsi della medicina estetica?).
Uno dei più importanti giornali del settore si pone questa domanda vuol dire che il problema esiste. Il chirurgo plastico deve avere come strumento anche la medicina estetica, questa è un elemento di cross selling.
Il problema è non mettere sullo stesso piano medicina e chirurgia.
Parlare di “lifting in pausa pranzo”, lifting o rinoplastica non chirurgica, può essere pericoloso da un punto di vista comunicativo.
È importante capire quando a un paziente occorre un’operazione chirurgica e gli si presenta un trattamento di medicina estetica. I risultati in questo caso potrebbero essere deludenti.
dott. Spano: La specializzazione in chirurgia ci permette di avere una valida opinione su entrambi i trattamenti, permettendo di dare in maniera oggettiva un consiglio al paziente su quale strada intraprendere.
È importante abbracciare tutte le tecnologie per poter scegliere quella adatta ad ogni singolo caso.
Scegliendo in maniera scientifica si ottengono ottimi risultati riuscendo a spostare in là nel tempo il primo intervento chirurgico.
È preferibile spostare l’età del lifting sottoponendo una persona ad un solo lifting in tutta la vita.
Il goal principale di un chirurgo è questo. Quando capitano lifting secondari o terziari e i risultati non sono pienamente soddisfacenti.
dott. Cirillo: Allo stesso modo anche gli impianti di 12, 15 fiale non sono nel tempo consigliabili per questo è importante saper bene scegliere quando è il caso di utilizzare la medicina estetica o la chirurgia.
Fili di trazione se e quando utilizzarli
dott ssa Cagli: il filo va utilizzato a supporto di altri metodi, vedi botulino o altro. Non deve essere a se stante, non faremo un lifting alle pazienti con i soli fili.
Le stesse pazienti non conoscono il reale impiego dei fili, sta quindi al medico specialista far capire la differenza.
dott. Spano: non ho mai amato i fili, avendo visto risultati poco simmetrici e non soddisfacenti.
dott. Cirillo: Credo nella sinergia, i fili vanno usati in maniera antigravitazionale, associati a trattamenti non invasivi. Utilizzandoli in questo modo, su pazienti ben informate ho avuto ottimi risultati.
In conclusione:
Da questo confronto su temi attuali è emerso che è importante affidarsi ad un chirurgo plastico specializzato, che oltre a seguire i protocolli di tracciamento dei materiali e delle procedure, può informare il paziente sulle diverse pratiche sia di medicina estetica che di chirurgia plastica, consigliando la soluzione ideale per ogni caso e applicandola con misura, al fine di ottenere un risultato bello e soddisfacente.
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